Dall’inizio di quest’anno abbiamo assistito ad una continua ed inesorabile discesa della maggior parte degli asset finanziari; le performance eccezionali del 2021 sembrano ormai un lontano ricordo e nulla a livello macro economico fa pensare ad una inversione dell’attuale situazione.

Ad oggi le performance registrate sono da profonda recessione e per rendere meglio l’idea basta citare qualche numero:

Panico sui mercati finanziari: i vantaggi del consulente finanziario indipendente

  • l’indice azionario S&P 500, da sempre benchmark di riferimento per tutti i listini mondiali, ha perso oltre il 20%;
  • l’EUROSTOXX, ovvero l’indice che rappresenta le principali società europee, ha perso oltre il 25%;
  • l’EURO, valuta del vecchio continente, ha avuto una svalutazione maggiore del 20%;
  • il DOLLARO invece, a detta di alcuni (ma non da noi e ne spiegherò poi il motivo), è stata la vera sorpresa di quest’anno, si è apprezzato del 28%;
  • l’ORO, considerato da sempre il bene rifugio per eccellenza contro gli shock esogeni che ciclicamente si presentano sulle economie mondiali, ha perso oltre il 20% dai massimi del 2021;
  • il Petrolio (WTI), fortemente colpito dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, dopo aver raggiunto una quotazione di 126$, si trova ora sotto gli 80$ al barile.

Guardando questi numeri è facile intuire come i ribassi siano generalizzati e che l’unica costante sia la volatilità dei mercati ed il conseguente nervosismo degli operatori. Una situazione analoga sull’azionario si era già vista all’inizio del 2020, anno dello scoppio della pandemia da SARS COVID-19 che, in una fase iniziale aveva visto i mercati in forte fibrillazione.

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Oggi sappiamo che dopo quelle forti discese i mercati azionari, non solo sono riusciti a recuperare quanto perso in precedenza, ma hanno realizzato performance ben oltre la doppia cifra con molti listini mondiali che hanno segnato il proprio record storico di quotazione.

Visto quello che è successo solo due anni fa è normale pensare che possa accadere di nuovo e che questo periodo possa essere il momento giusto per “fare la spesa” (come piace dire a qualche operatore); ma purtroppo non è proprio così perché la situazione è molto più complicata persino dell’era pandemica e le motivazioni sono presto dette: nel 2020 le banche centrali hanno potuto varare dei piani straordinari per affrontare i danni economici causati dal COVID, così come i singoli stati hanno potuto fare degli scostamenti di bilancio, aumentando quindi il proprio debito pubblico per fronteggiare i pesanti disagi causati dai vari provvedimenti restrittivi attuati per arginare la pandemia (lockdown), ma tutto questo oggi non sarebbe possibile perché c’è un “mostro” di nome inflazione che, non solo rende praticamente impossibile la prosecuzione di una politica monetaria accomodante ed espansiva, ma costringe le banche centrali a fare esattamente l’opposto per cercare di contrastarla.

Panico sui mercati finanziari: i vantaggi del consulente finanziario indipendenteQuesta battaglia si traduce in una politica monetaria decisamente restrittiva volta a raffreddare la domanda (che tradotto significa recessione) con un conseguente calo dei prezzi e quindi dell’inflazione (teoricamente). In parole povere le banche centrali stanno aumentando il costo del denaro perché sanno che così facendo sarà più difficile, o quantomeno più costoso, accedere al credito bancario che causerà un rallentamento dell’economia. Ma questo tipo di strategia avrebbe un forte effetto se l’inflazione fosse prevalentemente causata da una forte domanda cosa che, esclusa l’America dove questa è più forte, non è affatto così; infatti nel vecchio continente abbiamo un aumento dei prezzi dovuto prevalentemente al comparto energetico e alla scarsità di materie prime. Il conseguente rischio quindi di entrare in uno scenario di stagflazione e fortemente probabile, ovvero quello di avere l’inflazione elevata con un’economia in rallentamento o addirittura in recessione.

A questo punto appare evidente come creare un portafoglio, o proteggerne uno già attivo, con le variabili che ci troviamo ad affrontare è a dir poco complicato, ragion per cui è fortemente consigliabile affidarsi ad un professionista con tutte le specifiche competenze del caso e che, soprattutto, abbia a cuore solo gli interessi del cliente e non quelli del proprio datore di lavoro come ad esempio banche o istituti finanziari di vario genere.Panico sui mercati finanziari: i vantaggi del consulente finanziario indipendente

Per comprendere quanto le competenze possano fare la differenza, riprendiamo l’argomento sulla forza del dollaro accennato in apertura, dove specificavamo che per noi il suo apprezzamento non è stata una sorpresa infatti, allo scoppio della pandemia, il Dollaro è stato l’unico asset che si è fortemente apprezzato durante la discesa di tutti gli altri strumenti finanziari, rendendolo il “bene” rifugio preferito dagli operatori, anche se in questo caso è più corretto chiamarlo valuta rifugio, purtroppo per questa preziosa informazione dobbiamo “ringraziare” proprio il COVID (anche se ne avremmo fatto volentieri a meno) che ci ha fatto capire cosa effettivamente preferiscano gli operatori istituzionali durante le grandi crisi, siano queste provocate da una pandemia, piuttosto che da eventi macro economici (subprime 2007) o geopolitici/bellici.

Le competenze quindi sono veramente quell’elemento imprescindibile che permettono la creazione di un portafoglio ben bilanciato, in grado di sopportare le varie tipologie di shock differenti che si possono presentare durante la vita dello stesso. Nella maggior parte dei casi però queste competenze vengono meno o, qualora ci siano, difficilmente si possiede poi il tempo necessario ad uno studio approfondito ed indispensabile per fare alcuni aggiustamenti di adeguamento alle varie fasi di mercato ed è proprio qui che la figura del consulente finanziario indipendente ci viene in soccorso.

Panico sui mercati finanziari: i vantaggi del consulente finanziario indipendenteTra l’altro ricordiamo che, a differenza di un consulente finanziario “tradizionale” (quello che troviamo in banca per intenderci), il consulente finanziario indipendente non ha interesse a vendervi uno strumento finanziario piuttosto che un altro perché non è su questi che prende le provvigioni, ma ha come unico obiettivo la soddisfazione del proprio cliente da cui e pagato tramite una parcella annuale che, se insoddisfatti, si smetterà ovviamente di pagare rivolgendosi altrove.

Noi come Fintechsi abbiamo selezionato uno studio di consulenti finanziari indipendenti che riteniamo seri, ben strutturati e con una storicità/preparazione alle spalle che ci hanno indotto a scegliere questa società piuttosto che un’altra; inoltre, come utenti provenienti dalla nostra piattaforma, si ha diritto ad una consulenza patrimoniale totalmente gratuita e senza alcun impegno.

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